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Come l’avvento della televisione ha segnato l’inizio dell’alfabetizzazione in Italia

Come scritto nel precedente post del blog di Teach me Italian, è stata la diffusione della televisione su tutto il territorio nazionale a modificare o far conoscere e quindi diffondere ancor di più usi e costumi degli italiani fino a quel momento confinati nei loro regionalismi.

Non è una iperbole suggerire come la Tv fu dunque un frutto del dopoguerra, un’annunciatrice del benessere e della pace ritrovata e che andava diffusa in tutto il mondo e non solo in Italia. A far da cassa di risonanza, in un Paese impegnato nel duro lavoro nelle fabbriche e nella ricostruzione ancora in atto, arrivò il benessere economico il cui punto di diamante fu rappresentato dalla televisione.


Nata ufficialmente nel 1954, dalla fine del 1956 la rete arriva in tutta Italia, anche se il completamento tecnico avverrà soltanto nel 1960. Tempi rapidissimi con una progressione di abbonamenti che passò dagli 88 mila del 1954 al milione del 1958, ai due milioni del 1960, ai 5 milioni del 1965, anno del “sorpasso” sulla radio, fino a quel momento il mezzo di comunicazione più diffuso.

Chi altro poteva dunque insegnare l’italiano agli italiani se non la televisione? La scatola rettangolare dai mille contenuti ha saputo fare da collante nella società italiana nascente, posizionando i primi mattoncini di quella che sarà chiamata cultura popolare. Gli show televisivi italiani hanno accompagnato la crescita di intere generazioni, testimoniando lo sviluppo di gusti e tendenze fino a quel momento sovente considerati come veri e propri tabù. A ben guardare, i programmi televisivi in prima serata preferiti dagli italiani sono sempre stati quelli pensati per tutta la famiglia, appuntamento imperdibile per grandi e piccini e momento di incontro durante il quale arricchirsi non solo a livello culturale ma anche familiare. Tra quelli che di certo hanno maggiormente contribuito alla diffusione dell’alfabetizzazione in tutta la nazione, non possiamo non ricordare "Carosello", andato in onda tra il 1957 e il 1977.

Ancora oggi intere generazioni di italiani ricordano di essere andate “a letto dopo Carosello”, un fortunato format televisivo che altro non era se non un programma pubblicitario che teneva incollate le famiglie alla televisione. A sfidarsi sul palcoscenico alcuni tra i più famosi registi italiani soliti creare racconti e storie attraverso le quali pubblicizzare i prodotti italiani più in voga. Olmi, Pontecorvo, Leone, Pasolini, Fellini. E poi c’erano gli attori italiani e le star internazionali, come Sinatra, Jerry Lewis, Yul Brynner. E come dimenticare le animazioni d’avanguardia? Sono nati così i personaggi più amati dai bambini dell’epoca: Calimero, “L’omino coi baffi” di Bialetti, “Carmencita e Caballero” di Lavazza, tutta roba che oggi risulterebbe fuori dai confini del politicamente corretto.

Macchiette, prima dell’avvento dei programmi musicali come “Canzonissima” o di quelli dei quiz a premi come “Lascia o raddoppia?” che hanno segnato e fatto divertire intere generazioni, diffondendo la lingua anche dove la televisione ci mise qualche anno in più ad arrivare in pianta stabile, soprattutto nel sud del Paese notoriamente più agricolo e meno industrializzato. Per un mezzo di comunicazione oggi tra i più diffusi al mondo e che si è distinto in passato per canoni di certo più elevati rispetto al Tv commerciale presente oggi.


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